Il Blog di Paolo

CEV JEREZ 05-11-2015

È passato del tempo dal nostro ultimo viaggio nello spettacolare circuito di Jerez e siamo di nuovo approdati qui per la penultima gara della stagione. Abbiamo iniziato il venerdì con il solito briefing, fatto di consigli, soluzioni e problemi, con delle belle prove per prendere coscienza del circuito, un circuito molto selettivo, singolare, che mette alla prova i piloti che non lascia spazio all’inesperienza. “Stefano e Tony partiranno 11° e 13° “E’ un vero peccato perché fino agli ultimi due minuti erano entrambi nelle prime file poi sono stati sfilati più indietro all’ultimo” commenta Paolo Simoncelli. Ma c’era voglia di fare meglio e bastava”.
Il meteo prometteva acqua imperterrita per tutto il week end e questo preoccupava non poco la squadra, infatti mentre il sabato mattina ci ha regalato un turno di prove sull’asciutto il pomeriggio sul bagnato i piloti non sono riusciti a migliorarsi.
E’ tempo di schierarsi, ma per problemi tecnici a Valtulini si spegne la moto, perciò è quindi costretto a partire in ultima fila. Conduce un inizio gara divino, affiancando Tony dopo soli due giri, insieme al gruppo che si contendeva il 5° posto, mentre il gruppo di testa li aveva già distaccati. “A mio parere ci sono 2/3 piloti con una marcia in più, sono già pronti per il mondiale” commenta Simoncelli. Il problema indoor sorge quando Tony va un po’ in tilt e per non farsi superare da Stefano, da inizio a una serie di sorpassi che li portano a rallentarsi. Perdono tempo e finiscono Stefano 14° e Tony 16°. “Tony ha fatto la sua gara esclusivamente sul compagno, non doveva ostacolarlo in questo modo!” dice Simoncelli.
Immaginate il pregara2, vissuto con tensione, Simoncelli porta i ragazzi a fare due chiacchiere in ufficio, non è dato sapersi cosa viene detto loro ma il risultato è che Tony con una partenza super grintosa farà la gara della vita. Gareggia con la forza di un leone, trovandosi il penultimo giro in lotta per il 3° posto, ma all’ultimo giro perde due posizioni e finisce 5° in volata con Masia e Dalla Porta. Mentre diverso è il risultato per Stefano, frutto del non essere riuscito a ritrovare la stessa concentrazione di gara1 e finendo 14°. “Stefano doveva rientrare meno arrabbiato, lasciarsi gara 1 alle spalle e guardare avanti, Tony invece è tornato quello che conoscevamo” commenta un orgoglioso ma allo stesso tempo arrabbiato team manager. “Dopo l’incidente di Le Mans si può dire che Tony sia stato mezza stagione “in convalescenza”, adesso che sta bene, è ora che la nostra missione di portare la sua guida al top riprenda.”
Tony e Stefano si sono stretti la mano in segno di pace, nonostante tutto, nonostante il diverso stato mentale, uno felice ed uno arrabbiato. È stato un bello e sano gesto sportivo, che sta venendo a mancare in motoGP.
“Il mondo delle corse si deve distinguere dal resto degli sport, voglio insegnare ai miei ragazzi il valore della genuina sportività, della solidale stretta di mano, dell’ abbraccio come perdono dopo una caduta. Noi nativi romagnoli, terra di motori, siamo qui per crescere piloti, non calciatori.