Il Blog di Paolo

CEV ESTORIL 25/03/18

Una volta anche il mondiale correva su questo circuito. La terra che regalò a Marco i primi punti in 125 nel 2002 ci accoglie con un tempaccio orrido, quello che ti fa chiedere con che coraggio sei uscito di casa. Cinque piloti, squadra nuova, genitori, sponsor e chi più ne ha più ne metta sanno farsi sentire, abbiamo avuto bisogno di un paio di giorni di assestamento prima di arrivare a un buon affiatamento.
100% PATACCA è lo slogan del nostro pilotino dal cognome bizzarro, lui ci scherza dicendo: “Mi prendete in giro adesso ma quando sarò in Motogp tutti vorranno chiamarsi come me!” In questa frase 100% Patacca, è racchiuso tutto l’essenziale di questo mini campioncino, con il suo comportamento da ragazzino maturo posso solo elogiarlo per la sua qualità di guida durante questa prima gara.
Altrettanto bene Bertelle campione in carica CIV Premoto3, dimostra velocità consistenza e un unico problema: i 10 kg di zavorra. Ragazzino dal fisico esile e dal carattere tignoso per trovarsi meglio sulla moto dovrebbe mettere su un po’ di muscoli invece dei kg di zavorra.
Falzone, direttamente dalle minimoto, si è qualificato e ha portato a termine entrambe le gare l’obiettivo che ci eravamo prefissati.
Veniamo alla Moto3; bellissima gara di Montella gareggiata su un asfalto insidioso, asciutto a macchie, chiude a 2 secondi e mezzo dal 1° in 6° posizione, ha lottato a lungo per la 5° posizione ne aveva per stare li ma non per tentare l’affondo per stare con i protagonisti. Si è dovuto accontentare del 6° posto probabilmente anche intimorito dell’ errore di Albacete dell’ultimo giro dell’anno scorso. Ha fatto bene così.
Ieraci commette un errore da principiante in partenza, decide comunque di partire ultimissimo ma dopo pochi giri getta in terra la gara, che poteva utilizzare come buon allenamento. Ha tante doti ma questa volta si è lasciato prendere dal’ emozione o dalla fretta, week end da dimenticare per lui ma ci riproveremo la prossima volta.
Nonostante il venerdì lasciasse trapelare solo disastri in ogni dove, la squadra ha funzionato come volevo, come immaginavo, in sintonia dopo lo smarrimento iniziale, sono soddisfattissimo.
Ora ci prepariamo per l’Argentina un circuito lontano da noi e dalla nostra cultura, laggiù il mondo motociclistico è un oggetto di sfarzo in una terra di miseria. Termas de Río Hondo di sicuro insegna. Insegna che ci lamentiamo per stupidaggini e forse fa bene a tutti vedere l’altra faccia della medaglia una volta all’anno per non dimenticarci mai la fortuna di essere nati tricolori.
-PaoloSic58-