Il Blog di Paolo

MISANO GP 09/9/18

Gran Premio di casa. Una squadra, la nostra, un posto, il “Marco Simoncelli World Circuit” tutto racchiuso in un solo nome, più dolce casa di così.
Con una vigilia di gran premio altrettanto dolce e particolare, non capita tutti i giorni di incontrare Papa Francesco. FIM, Coni e Dorna hanno organizzato una gita fuori porta in cui mi ci sono piacevolmente trovato, abbracciare il Papa è stato davvero emozionante anche per chi come me, su Dio e sulle sue leggi nutre qualche dubbio.
Veniamo a noi, devo dire che nonostante tutte le difficoltà che si sono presentate, domenica sera ero sereno e soddisfatto di come avevamo gestito i tanti ospiti venuti a toccare con mano la nostra realtà. Spero di aver accontentato tutti e fin’ora non ci sono state lamentele.
Per quanto riguarda la parte agonistica ci siamo giocati nelle prove ufficiali la possibilità di fare un buon risultato in gara, sfruttando male gli ultimi cinque minuti e finendo per partire in 5° e 6° fila. Bisogna essere più audaci, più pragmatici, più svegli e saper cogliere l’attimo. Una cattiva qualifica compromette la gara, i primi dieci giri vanno tutti di fretta e se perdi il treno dei primi non lo recuperi più.
Mi ha sorpreso Montella che si è affacciato per la prima volta al Mondiale. E’ con noi da quattro anni e fare la wild card a Misano è stato un premio che ho voluto regalargli. Ha fatto delle buone qualifiche, ha capito quanto sia tutto più difficile e la differenza con il CEV. Però nel complesso è stato un buon risultato, bravo Yari!
Misano non è il Gran Premio preferito di Niccolò in più aggiungeteci la pressione degli amici, della famiglia… non è ancora al top ma ho visto un Antonelli diverso, che avevo già iniziato a vedere a Silverstone, consistente, che ha chiuso in 10º posizione.
Tatsuki è un lavoro di fino che richiede pazienza, deve capire soprattutto lui che deve essere più aggressivo e cattivo ed è caduto per un errore stupido ma questo fa parte delle gare.
Non siamo stati protagonisti e perché questo accada loro devono tirar fuori la loro fame di vincere, quella volontà che li ha portati a correre tra i migliori al mondo. Quello che mi fa arrabbiare è che hanno la fortuna di aver fatto del loro hobby preferito il loro lavoro, migliaia di ragazzi vorrebbero essere nei loro panni, raggiunto un obiettivo tale, non puoi mollare. L’ amore per uno sport estremo è per pochi. Per correre a 300km /h devi avere qualcosa che ti differenzia dal resto del mondo oltre che essere straordinariamente incosciente. Il pilota è un lavoro per pochi e adesso devono dimostrare di essere tra quelli.

-PaoloSic58-