Il Blog di Paolo

MUGELLO 08-09/10/16

Ci giocavamo tutta la stagione per il titolo Moto3 questo week end. il risultato di un’intera stagione sotto un diluvio universale, sabato, la griglia è sembrata più eterna del solito e la domenica sotto un tristissimo cielo plumbeo di ottobre. Ma l’ultimo week end non è andata come desideravamo, il campionato non è finito come speravamo. Il sabato sia Mattia che Tony sono scivolati, facendo slittare tutti i nostri sogni di gloria al giorno dopo. La domenica hanno gestito in maniera magistrale una gara difficile, fino a che Mattia, con un lungo, non ha quasi portato Tony sulla sabbia.
Chiudiamo la stagione con un amaro 4° posto per Mattia e per noi come team. Amaro perché avremmo potuto vincere ma di se di ma e di senni di poi son piene le fosse, dicono. Tony raggiunge invece il 7° posto con 58 punti, un numero che lo rappresenta da un po’.
“C’è stata una crescita esponenziale nel livello di guida di Casadei” – commenta Simoncelli – “ha un potenziale enorme e un altrettanto enorme problema di concentrazione. Le conseguenti cadute l’hanno portato a perdere un po’ di fiducia in se stesso. Ma voglio chiarire che il campionato non l’ha perso al Mugello, ma a Misano, quando poteva gestire i 22 punti di vantaggio e invece li ha sbattuti a terra insieme alla moto. La testa è tutto.” Riflettendo bene Non si perde un campionato solo per una gara andata male, quando si ha tentato il tutto per tutto, se si reputava necessario, ma al contrario si perde perché nei momenti decisivi è venuto il famoso braccino. Perché il tutto per tutto si è lasciato sopraffare dal timore e dalla paura. si perde per i sorpassi in cui non si ha creduto abbastanza, per i “pensavo ma non l’ho fatto“ per i “vorrei ma non posso”, per la sfortuna acerrima nemica. per aver voluto esagerare quando non serviva farlo, per non aver gettato il cuore oltre l’ostacolo. Di solito, non si perde il campionato per l’ultima gara, la vittoria o la sconfitta sono solo l’esilarante o triste conseguenza di un insieme di situazioni.
In questo week end abbiamo scoperto un lato di Tony che non conoscevamo. Domenica, infatti, ha lavorato per la squadra, mettendo il team quasi prima di sé: quando era davanti a Mattia cercava di tirarlo, quando venivano fagocitati dal gruppo cercava di rimettersi in testa e quando c’era Casadei davanti cercava di rallentare gli inseguitori. Nonostante nessuno glielo avesse chiesto. Ha dimostrato, così un attaccamento alla squadra non indifferente. Il gregario perfetto. Tony è l’esempio di quello che vogliamo insegnare. Se non ci si gioca entrambi il mondiale ovviamente. È stato bello vederlo lavorare per Mattia.
Con la premoto3 siamo arrivati alla conclusione che per Goretti la 125 2t non va bene. E’ un po’ troppo cresciuto fisicamente, nonostante abbia fatto la sua miglior prestazione finendo 10° in una gara entusiasmante, frutto di dedizione, volontà e voglia di imparare. Invece Bergamini ha avuto i suoi momenti di gloria, è partito bene, con un podio ma poi non ha saputo migliorarsi. Ha spesso cercato scuse invece di chiedersi il motivo di una caduta o di un cattivo risultato e questo non è positivo per il team.

La stagione è stata positiva anche se abbiamo avuto poche soddisfazioni. Non abbiamo esultato sotto il podio tanto quanto avremmo voluto, tanto quanto ci aspettavamo di meritare. Si perché, quando ci si impegna e ci si mette il cuore, poi il podio uno se lo aspetta di diritto. Sbagliando.
“Il nostro progetto iniziale era di far correre ragazzini che non avrebbero avuto le possibilità di farlo, dar loro un buon team, buone moto, essere una seconda famiglia. Che poi una seconda famiglia, il team lo sia diventato anche per me… questa è un’altra storia. “Dice Simoncelli. “Abbiamo iniziato così e le emozioni negative vissute insieme ci hanno unito forse più di quelle positive. Certi errori hanno semplicemente conseguenze maggiori rispetto ad altri ma se è vero che sbagliando si impara… suppliremo le nostre carenze e continueremo più carichi per le nuove sfide. “
Nel CIV l’anno prossimo ci presenteremo con tre moto nella categoria premoto3 e nel CEV con due moto3.
E laddove le sfide saranno ancora più ardue, laddove le emozioni cresceranno come l’importanza del sogno, ecco che finalmente schiereremo due moto3 nel tanto discusso e atteso campionato del mondo. Approdare nel motomondiale moto3 è un salto importante, il sogno di tanti, le moto vere, ci sono passati tutti. E’ il potenziale trampolino di lancio di un’ inarrestabile carriera. Il nostro progetto iniziale si è un po’ evoluto in questi quattro anni e l’anno prossimo il compito spetterà a Tony Arbolino e alla new entry Tatsuki Suzuki. L’indimenticato ruggito del 58 è pronto, in qualche modo, a farsi sentire ancora e ci obbligherà a sperare, sognare, combattere, tremare e gioire, la costante che ti terrà incollato al televisore e ti farà appassionare alle moto di più di quanto tu non lo sia già. In una forma diversa, sicuramente meno appagante ma siamo tornati. #diobostaytuned