E’ il 2025, la prima gara del campionato. Il sole picchia forte su Buriram con l’adrenalina di una nuova stagione e il peso di aspettative che già inizia a farsi sentire.
Il weekend appena trascorso sembrava promettente per il team, con due piloti nelle prime due file Un 2° tempo per Nepa e un 5° tempo per Lunetta, che aveva un gran passo gara… Ma ecco che arriva il “solito” Munoz, che dopo tre anni di mondiale non ha ancora capito che la linea tra aggressività e scorrettezza è sottile. Contatto avvenuto mentre davano bandiera gialla tra le altre cose. Alla fine, dovendo ripartire dalle retrovie, Lunetta ha girato un secondo più veloce dei primi e questo lascia sottintendere molte cose. La sua corsa è però finita dovendosi accontentare della 10° posizione. Resta un po’ di amaro in bocca, un 10° posto che sa di “quasi”, e di quel potenziale non realizzato.
C’è però una novità Simon Crafar, a capo della direzione gara, ha portato una ventata di positività. Un ex pilota che, a differenza di altri, riesce a distinguere l’ intenzionalità di un gesto benigno e l’errore di chi a volte, pecca di impulsività e lascia che, in gergo “gli si chiuda la vena”. La decisione della direzione gara arriva netta: Munoz partirà dalla pit lane nel prossimo GP. Sono felice che la DG non sia più un semplice osservatore, ma un giudice, abbiamo sempre detto che ogni mossa in pista deve rispondere a un codice.
E poi c’è Nepa. Saldamente ancorato alla seconda posizione negli ultimi giri, ha deciso di lasciarsi sfilare, di non dare la scia ai suoi rivali, alla ricerca della mossa perfetta. Ma è stata una scelta che si è rivelata fatidica, poiché non è più riuscito a riprendere i primi, chiudendo infine al 4° posto.
Venivamo da dei test a Jerez come dire, intensi. La squadra ha subito un processo di rinnovamento completo. E appunto Nepa, ha dovuto affrontare dei giorni tosti, insoliti, perchè dopo otto anni con KTM ha dovuto reimparare a guidare una Honda. A Buriram ci ha sorpreso in positivo, anche se sapevamo fosse un pilota veloce. Gli manca quella malizia di chi guida il gruppo di testa, quel pizzico di convinzione di chi sa di essere forte, gli manca un po’ di esperienza nella lotta tête-à-tête. Ma è un pilota che lavora duro, che sa stare al suo posto e questo lo ripagherà durante l’anno, sono felice di averlo con noi.
Il team Sic58 Squadra Corse ha una storia importante alle spalle, che ci ha reso ciò che siamo oggi, che insegna e ci insegna, che ogni passo, ogni decimo, ogni curva sono una sfida e una nuova occasione per dimostrare e reinventarci.
Ci vediamo presto, sul tracciato infuocato dell’ Argentina.
-PaoloSic58-