Abbiamo saltato il comunicato post Jerez. A volte, il silenzio è una forma di scaramanzia. “Aspettiamo Le Mans magari avremo qualcosa di buono da dire”. E qualcosa da raccontare, in effetti, c’è. Anche se più che esultare, mi tocca fare autocritica.
La situazione è complicata, siamo in un loop, ci roviniamo la domenica con l’ansia da qualifica, il cronometro è un avversario non un amico, le “lancette ufficiali” scottano. Non sappiamo più come gestirle, e così finiamo costantemente in Q1, sempre dietro il 15° posto. Sempre a rincorrere. E correre in rimonta significa sprecare più gomme, più energie, più concentrazione, magari perdersi… E così, anche quando arriva un normale 9° posto, è un piazzamento che profuma più di fatica che di buon risultato. Tempi buoni, sì. Ma è come fare il giro giusto nella corsia sbagliata.
L’obiettivo per la prossima gara è: partire davanti. Prime due file. Perché altrimenti, siamo sempre con l’acqua alla gola. E in Moto3, quando arranchi, il margine per sbagliare si annulla. Un piccolo risveglio da parte di Lunetta c’è stato… mi auguro che chiarisca in fretta cosa vuole “fare da grande”. Perché il talento ce l’ha. È la testa che a volte fa la rivoluzione.
Nepa è partito forte, ma da quel podio mancato in Thailandia, è come se si fosse rotto qualcosa. Ora ci stiamo avvicinando pericolosamente a un buco nero tecnico-emotivo. Ho provato a stuzzicarlo, a parlargli meno morbido e più da tecnico esterno e duro. Ma il ritiro di domenica — senza una vera giustificazione — è stato fin troppo eloquente. Spero allora che ritrovi quello stato mentale in cui si pensa meno e ci si diverte di più.
Capitolo MotoE. Una squadra tutta nuova. Meccanici, piloti, volti freschi, capitanati da due veterani: Fabio e Marco. Sapevamo fin dall’inizio che il cammino sarebbe stato in salita, avevamo avvisato Occhi e Fusco: questo campionato è particolare, già solo la griglia è un parco giochi per ex campioni; Ferrari, Casadei, Garzò.
Siamo partiti lontano, con un distacco di qualche secondo. Ma a loro discolpa va anche detto che questi ragazzi hanno avuto pochissimo tempo per girare e prendere confidenza con pista e moto e le nuove Michelin certamente non li hanno aiutati. Ci sono state una quantità esagerata di cadute, causate da vibrazioni continue, tante quante in tutta la stagione 2024. Tant’è che anche Ducati è rimasta senza pezzi di ricambio e senza parole. Adesso comincia il vero lavoro, cucire sulle gomme nuove assetti e adattare testa e cuore a questo categoria. Perciò ragazzi calma… e sangue freddo.
Lunedì abbiamo avuto i test Moto3, che spero abbiano dato i loro frutti… Per aprire la mente e magari anche nuove strade. Signori, avanti tutta, la stagione è ancora lunga.
-PaoloSic58-