Il Blog di Paolo

SEPANG MALESIA 29/10/17

SIC Sepang International Circuit. L’anagramma del soprannome di Marco, un circuito con una storia… difficilissimo ritrovarsi qui. Percorso mentale che ti mette veramente a dura prova. Potrei scrivere intere pagine sul mio ritorno in Malesia come voi vi aspettereste ma ho già detto così tanto su questo posto che oggi è un’altra l’avventura che voglio raccontare. O meglio.. permettetemi il condizionale avrei preferito fosse un’altra ancora. Un aneddoto che parlasse di una gara spettacolare, di sorpassi mozzafiato e magari di podi. Invece è andata diversamente.

Venerdì e sabato Tatsuki si è comportato da pilota, maturo e professionista ha girato da solo tutto il tempo, a 2 secondi dalla fine delle qualifies practies era 5° poi ha chiuso 13° dietro al solito gruppone cacciatori di scie. Forse per la fretta di tornare a casa Tatsu mette velocemente fine alle nostre speranze. Al primo giro della gara di domenica si esibisce in un tuffo tanto spettacolare quanto pericoloso; è arrivato 12 km/h più del solito nell’ ultima curva. Avendo sempre girato in solitario non aveva calcolato quanta velocità in più potesse darti una scia. Gli sono tornati utili i cinque anni di judo fatti a scuola e dopo essere stato scagliato a due metri di altezza fortunatamente se l’è invece cavata con una capriola.
Arbolino ha assaggiato per la prima volta il clima Malesiano ed è stato veramente bravo, perché anche se ha chiuso 22° ha fatto una bella gara, mi ha ascoltato mettendo il camel bag che l’ha tenuto idratato durante la gara. Gli devo fare i complimenti perché normalmente alla prima Malesia parecchia gente rinuncia a finire la gara.

Il trittico mette a dura prova tutti, i piloti, il team, dall’ esterno potrebbe non sembrarlo invece è veramente faticoso lavorare così a lungo fuori casa. Ora andiamo a Valencia con tanta voglia di divertirci, la gente si ricorderà soprattutto dell’ultima gara di come si chiude il campionato, perciò è importante andare e fare bene.

Un’ultima cosa su Sepang però ve la voglio raccontare …. Io e mamma Rossella arriviamo in aeroporto previa telefonata, timidamente ci si avvicina una ragazza. Ci racconta una storia, di come si è data da fare per comprare un guanto di Marco da un commissario di gara, un guanto usato da lui. Tanti ragazzi ci raccontano le storie più improbabili di come riescono ad aggiudicarsi i cimeli dei loro idoli… solo mi sto chiedendo perché un guanto? Li vendono in coppia di solito. Poi tira fuori un guanto sinistro, aveva le mani grandi, lo riconosciamo subito. La abbraccio. Ce lo lascia, lo guardo è proprio quello che mancava all’ appello, il destro è già a casa. Un abbraccio tra sconosciuti io non parlo bene la sua lingua ma credo di averle trasmesso il mio riconoscimento per questo suo prezioso gesto. Immagino le mille peripezie di questo guanto. Sono passati sei anni. Siamo tornati qui in Malesia e ci è stato restituito il guanto che Marco perse proprio quel giorno, nella sua ultima gara.. e poi dicono che non è destino. Un gesto particolare, assurdo e meraviglioso, quanto l’essere di nuovo qui con una squadra corse intitolata a lui.
-PaoloSic58-